Sofia Arden Quin “….La bellezza intima, strana, che emana misteriosamente da ogni lineamento, ci conmuove….”
Osvaldo Mastromauro “….Ieger scrive un poema ogni volta che delinea e dipinge un quadro…”
Rafael Squirru “….. Lei non fantastica, immagina; quindi, proietta immagini che ci fanno vedere con piu’ chiarezza quella realta’ che credevamo di conoscere facilmente. Ci rendiamo conto che non era cosi’ facile e che, a partire dalla visione proposta, e’ molto piu’ ampio il raggio che comprende la nostra coscienza….”
Fermin Fevre “….. Ieger tratta plasticamente situazioni urbane della vita contemporanea da una visione plastica. Ci sono nel suo approccio tanto intuizioni quanto un’attitudine meditativa che si avvicina alla realta’ metafísica….”
Raul Santana “…. Accade che l’artista adotta punti di vista che fanno del familiare qualcosa che si presenta con la potenza dello sconosciuto….”
Alfredo Cernadas “…. Ieger e’ senza dubbio una maestra della luce e dell’ombra che gioca con le fredde costruzioni architettoniche e le fa quasi convertirsi in castelli di favole e fortezze….”
Elsa Sabato “…. Per questo c’e` bisogno dello sguardo di un’artista come Graciela che rivalorizzi ogni elemento, ogni particolare, in un’atmosfera di tale sottigliezza che il nostro sguardo sulle sue pitture sembrerebbe addirittura invasivo…”
Alberto Giudici “…. Si potrebbe pensare, allora, che quel mondo riconoscibile e’ un paesaggio interiore. Un miraggio, una porta aperta agli spazi inesplorati della mente….”
Pelusa Borthwick “…. Graciela Iegger ci presenta registri emozionali di Bs. As.. Lei torna continuamente sulla nostra citta’ e l’opera diventa piu’ profonda e sviscerale…”
Ana Aldaburu “…. Ci fa ricordare la maestria di una pittrice fiamminga del XVI secolo che uscendo dal suo interiore amato dovra’ vedersela con l’esterno che la affascina e che la inquieta a cui vuole dare immagine….”
Silvia Ons “…. Le pitture di Graciela ci interpellano facendoci vedere cio’ che non vediamo. Cosi’, il quadro ha una dimensione dell’ordine del fantástico dato che mostra la maniera in cui quello che ci e’ familiare, diviene strano….”